I mancini sono davvero migliori in matematica

La conferma in uno studio italiano: chi preferisce la mano sinistra si distingue nei compiti di problem solving e nei complessi ragionamenti matematici.

La storia del mancinismo si accompagna da sempre a quella di personalità talentuose nella scienza e nelle arti. Prediligevano la mano sinistra Leonardo da Vinci, Nikola Tesla, Marie Curie, Mozart… L’ipotesi che i mancini abbiano “una marcia in più” è in effetti fondata: la preferenza per una mano non è altro che una manifestazione dell’organizzazione delle funzioni cognitive.

Più creativi, più abili, più ricchi: dopo secoli di repressione – fino a non molti anni fa i mancini venivano corretti imponendogli, a scuola, l’utilizzo della mano destra – chi scrive con la sinistra può finalmente prendersi una rivincita. Numerosi studi hanno infatti confermato che i mancini, il 10% circa della popolazione, hanno una marcia in più per poter battere i destrimani in numerosi ambiti.
Ma che cos’è il mancinismo? Si tratta di una prevalenza dell’uso dell’emisfero destro del cervello in alcune attività: i mancini quindi, oltre ad utilizzare di più la mano sinistra, usano di più occhio e orecchio sinistri.
Oltre ad Albert Einstein (mancino corretto, come era prassi all’epoca) chi sono i mancini famosi? In quali campi hanno eccelso? E soprattutto… è proprio vero che sono sono più intelligenti? Si!

DIFFERENZE NOTE.

 I mancini presentano un emisfero cerebrale destro più sviluppato (specializzato per esempio nel ragionamento spaziale o nelle rappresentazioni mentali degli oggetti). Anche il corpo calloso – l’insieme di fasci di fibre nervose che connette i due emisferi – tende ad essere più grande nei mancini, forse per la necessità di doversela cavare in un mondo pensato per i destri: da qui una migliore connettività tra i due emisferi e una maggiore destrezza nel processare le informazioni.

DATI NON OMOGENEI.

Tuttavia, i passati esperimenti sui talenti cognitivi dei mancini hanno dato risultati contrastanti. Più di 30 anni fa, uno studio abbinò il mancinismo a precoci abilità matematiche. Altre ricerche hanno smentito questa conclusione collegando invece la preferenza per la sinistra a un leggero ritardo in una serie di parametri dello sviluppo cognitivo.

FACCIAMO ORDINE. 

Ora uno studio pubblicato su Frontiers, condotto da ricercatori delle università di Milano, Liverpool e Maastricht, conferma le particolari abilità matematiche dei mancini, anche grazie a un metodo più rigoroso per capire chi lo sia veramente. Tra il 10 e il 13,5% della popolazione non dimostra preferenza per la mano destra: la maggioranza di queste persone è mancina, ma altre se la cavano bene con entrambe le mani.

SFUMATURE CHE CONTANO.

 La confusione negli studi passati era dovuta, secondo il team, a misure poco precise dell’effettivo mancinismo dei soggetti. I 2.300 volontari studiati per l’esperimento sono stati sottoposti al Questionario di Edimburgo, un test in cui si chiede quale sia la mano preferita per una serie di attività (come disegnare, scrivere, lanciare, spazzolare) e si elabora un punteggio più affidabile e preciso per capire chi sia davvero mancino.

PIÙ PORTATI.

Chi in effetti lo era, è risultato superiore nei complessi compiti di problem solving, come associare una serie di funzioni matematiche a un certo numero di dati. La differenza è parsa spiccata nei maschi adolescenti. Nei banali compiti aritmetici non si sono viste differenza tra destri e mancini. Chi invece aveva una spiccata preferenza per la destra è risultato svantaggiato nei test matematici.

UN DONO NON ESCLUSIVO.

Se siete destrimani e dottorati in matematica, comunque, non rappresentate un’eccezione. Come ricordano i ricercatori, solo un terzo delle persone con emisfero destro più sviluppato è mancino. Ci sono quindi moltissimi destrimani con caratteristiche cognitive simili a quelle dei mancini.

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